In occasione della Rassegna di Monologhi al Femminile, organizzata presso la Sala Teatro Planet di Roma, abbiamo intervistato Virginia Barrett curatrice, insieme a Carlangelo Scillamà, della manifestazione. Questa è stata realizzata, grazie al contributo dell’ENAP-PSMSAD e al patrocinio della Camera dei Deputati, al fine di raccogliere fondi da destinarsi all’Associazione “Il Buonsamaritano Onlus” operante in Africa.
COME NASCE L’IDEA DI ORGANIZZARE UNA RASSEGNA DI MONOLOGHI AL FEMMINILE PER PROMUOVERE E AIUTARE LA RACCOLTA FONDI DELL’ASSOCIAZIONE “IL BUONSAMARITANO ONLUS”?
L’Associazione “Il Buonsamaritano Onlus”, nasce per la raccolta di fondi per un centro laboratorio, che vede vita dalla forza e dall’impegno di una suora missionaria, Suor Carmina Marsana.
Il centro laboratorio si trova in Tanzania, nel villaggio di Chibumagwa. Qui vivono per la maggior parte donne, ragazze madri che sono state cacciate ed alle quali è stato vietato di far rientro nei loro villaggi natii perché incinte, il più delle volte a causa di violenze. Il fine della missionaria è quello di ridare una dignità alla loro vita ed aiutarle ad inserirsi nel mondo del lavoro. Queste giovani erano prima costrette a spaccare le pietre e percorrevano molti chilometri a piedi per recarsi a lavorare e guadagnare un pasto scarso. Grazie a questa suora hanno imparato a sfruttare le loro capacità nella realizzazione di collane e bracciali lavorati con perline, monili, stuoie e oggetti da vendere nei mercatini dei villaggi vicini.
Intanto in Puglia il tenore Rosa Ricciotti, ex allieva di Suor Carmina, creava “Il Buonsamaritano Onlus” per aiutare la religiosa a portare avanti i suoi progetti. Sono tante le cose da realizzare e le necessità del centro laboratorio in Tanzania. Così, insieme a Carlangelo Scillamà, abbiamo pensato di dare vita a questa rassegna di teatro tutta in rosa, per aiutare la raccolta di fondi destinata all’acquisto di un furgoncino, che dia la possibilità alle donne del villaggio di viaggiare e poter così vendere i loro manufatti. Per problemi burocratici non è possibile inviare un furgoncino dall’Italia, per problemi logistici non è possibile trovare uno sponsor che lo fornisca in Tanzania, quindi non ci resta altro che raccogliere fondi con l’Associazione e questa rassegna dei Monologhi al Femminile è solo il primo di una serie di eventi che ci saranno da qui fino a fine anno.
DONNE D’AMORE, RASSEGNA DI MONOLOGHI AL FEMMINILE, ATTRICI, AUTRICI E REGISTE. UNA 5 GIORNI TUTTA DI SOLE DONNE: COME SI È ARRIVATI ALLA DECISIONE DI ORGANIZZARE UN PROGETTO DI QUESTO GENERE?
Insieme al collega Carlangelo Scillamà, entrambi membri della commissione dell’ENAP-PSMSAD Ente Nazionale Assistenza e Previdenza Pittori e Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici, avevamo già da tempo pensato di dare maggiore spazio alla nuova drammaturgia teatrale al femminile. L’idea l’abbiamo avuta perché molte volte si pensa che gli uomini abbiano una penna più tagliente, più incisiva invece noi sappiamo bene che ci sono anche tante donne che scrivono teatro in modo altrettanto valido e quindi ci siamo fatti promotori di questa iniziativa all’interno dell’ente e l’abbiamo sostenuta nella commissione di autori drammatici presieduta da Renato Giordano, Raffaele Aufiero e Lucio Castagneri.
L’iniziativa è stata trattata inizialmente con titubanza, ci si chiedeva come sarebbe stata ricevuta sulla scena romana, invece la risposta è stata forte sia dalla parte del pubblico, che ci ha accolto calorosamente, che delle autrici, le quali sono state liete di poter partecipare alla rassegna.
Siamo riusciti, inoltre, ad ottenere un buon riscontro anche da un mondo teatrale che ruota intorno all’iniziativa. Se avessimo immaginato tanto successo avremmo programmato più giorni di repliche, invece sono solo 5, dal 13 al 18 ottobre 2009.
Sul palco si succederanno 11 autrici, una di origini sudamericane Pilar Castel, tutte le altre italiane, 11 attrici ed un cast tutto al femminile, compresa la fotografa di scena Hèloise Lechat. Al femminile anche la direzione artistica della Sig.ra Costantini, che dirige la Sala Planet che ci ospita e che si occupa di teatro rosa già da tempo. Insomma: un pool di donne, che lavorano con le donne e per le donne, in un teatro tutto di donne.
OGNI MONOLOGO DIPINGE UN ASPETTO DELLA FEMMINILITÀ SIA ESSO MANIFESTO O “CASTRATO”: È STATO DIFFICILE UNIRE IN UN PROGETTO COMUNE LEGATO DA UNA CONTINUITÀ DISCORSIVA TUTTI QUESTI ELEMENTI?
L’obiettivo principale era quello di gettare uno sguardo, un occhio ammiccante, sulle problematiche femminili toccando temi difficili e attuali come l’infibulazione, il mobbing, l’anoressia.
Il parlare apertamente di queste problematiche ha come filo conduttore la ricerca della sensibilità femminile, messa in evidenza da tali questioni.
I monologhi invitano alla riflessione, ma si riesce anche a ridere e sorridere.
Ad esempio, La Sceneggiata, scritto da Lilli Maria Trizio, ha una matrice comica e porta in scena una donna che sceglie di avere tre uomini e non uno solo perché, magari, con tre si riesca ad avere quello ideale: il principe azzurro. E’ molto divertente, interpretato da Iaia Concione che ci presenta questa storia con carattere molto mediterraneo, nello stile della commedia all’italiana, per la regia di Carlangelo Scillamà.
Tra le storie poi c’è una Penelope dei tempi moderni che viene direttamente dall’Ade per dare una nuova versione della sua attesa e della capacità della donna di saper amare oltre i confini del tempo. Uno sguardo tra l’ironico, il drammatico e il sarcastico.
Un altro monologo ancora, è accompagnato da in violoncello suonato in scena, che segue i vocalizzi di una donna che racconta le difficoltà della vita femminile nel mondo attuale: cosa c’è all’interno dell’animo femminile e cosa vi si muove.
NEI MONOLOGHI VIVONO CONFLITTI CHE GOVERNANO LE DONNE NELLA VITA DI OGNI GIORNO: DONNA/MADRE, DONNA/UOMINI, DONNA/CASTRAZIONE, DONNA/IDENTITÀ. SI PROVA COSÌ A DARE SPAZIO E VOCE A STATI D’ANIMO CHE FANNO PARTE DI OGNUNA DI NOI…
Abbiamo provato ad offrire allo spettatore una donna che si guarda allo specchio, attraverso una rassegna e un palcoscenico. Senza limiti e senza freni, libera di piangere, ridere e soffrire.
Ci sono anche degli uomini in scena, attori allievi del laboratorio della Sig.ra Costantini, che fanno quasi da contrasto a queste figure femminili che si muovono sul palco.
Ulisse è presente vicino alla sua Penelope e un ragazzo accompagna la protagonista del monologo sul mobbing alla sua esecuzione. Questi però non sono dei personaggi rilevanti nei monologhi, sono per lo più caratterizzati dalla visione che le donne hanno di loro.
UN’ASSOCIAZIONE IN AFRICA CHE SI OCCUPA DI DONNE, UN TEATRO IN ITALIA FATTO DA DONNE, IN QUESTO MOMENTO IN CUI TUTTI PARLANO DEL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ È IMPORTANTE RIUSCIRE ANCHE ATTRAVERSO IL TEATRO A DARE VOCE ALLE DONNE…
Spero che questa iniziativa possa avere una continuità; mi è stato chiesto di trovare una nuova formula per inserire nel panorama italiano autrici provenienti da tutto il mondo, credo che mi occuperò dei versi delle donne, della poesia internazionale.
Proveremo a dare voce alle donne di tutto il globo al fine di evidenziare le similitudini nelle problematiche, che dipendono in parte dall’ambiente che ci circonda, ma poi alla fine sono simili per tutte.
In fondo la spinta maggiore della rassegna è proprio questa: dare voce alle donne.
A cura di Samantha Biferale
Teatro